Identità Digitali dei medici nei sistemi informativi delle strutture private: quando la digitalizzazione fa il salto di specie; dai processi documentali alla logistica



Identità Digitali dei medici nei sistemi informativi delle strutture private: quando la digitalizzazione fa il salto di specie; dai processi documentali alla logistica

di Nik Panzalis – Clinica Digitale®

Se ti parlano di “Identità Digitali”, pensi subito a SPID, quindi ti immagini che questo argomento si leghi esclusivamente al tema dei documenti, delle firme digitali, ecc.

Del resto, ti stanno facendo una “testa così” su questo argomento; una “identità digitale di stato” è l’obiettivo primario che il ministro per l’innovazione – Paola Pisano – si è posta dall’inizio del suo mandato, innestando una campagna di sensibilizzazione a volte persino pressante.

Quindi, non è colpa tua se l’associazione automatica “identità digitali – documenti” scatta inesorabile nella tua mente, traendoti in un clamoroso ERRORE.

Perché, infatti, non è necessariamente detto che questa associazione debba limitarsi solo all’ambito documentale!

Anzi, una volta che hai iniziato un percorso digitale, devi pensare alla tecnologia secondo un paradigma nuovo, che è: “del digitale non si butta via niente”!

Nell’intervento che Brunello Binetti di PeolpleNav (Gruppo GPI) terrà ai Digital Days Focus Sanità si toccherà proprio questo argomento.

L’ identità Digitale è come un “Documento di riconoscimento”

Una volta che ho messo tutti i medici in condizione di firmare dei documenti digitali, perché non usare lo stesso “certificato” anche nei processi di logistica?

Perché non posso usarlo anche per altri scopi?

Il successo della digitalizzazione di un centro per la cura della persona – sia esso una Clinica, un poliambulatorio, ma anche un centro diagnostico, uno studio dentistico, ecc. – passa proprio da qui; dalle strategie che utilizzo per sfruttare uno stesso investimento per più scopi.

La normativa mi obbliga a distribuire dei certificati di firma per sottoscrivere cartelle cliniche e referti?

Perché non posso usarlo anche per abilitare – o NON abilitare – l’uso di asset aziendali? Perché non posso usarlo per consentire ad un medico di accedere ad alcune apparecchiature, piuttosto che altre? O accedere ad un ambulatorio specialistico, piuttosto che un altro?

Ha senso che un oculista occupi un ambulatorio allestito per visite cardiologiche?

Ma anche no! Non ti pare?



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L’ uso delle Identità Digitali nei contesti di emergenza

Con Brunello, ad esempio, racconteremo di un progetto che permette l’invio di una “convocazione” di emergenza, che può essere recapitata – sottoforma di alert – a medici specialisti, presenti in struttura, attraverso l’uso di un piccolo cercapersone di nuova generazione.

All’interno di questi cercapersone, non farò altro che distribuire il certificato di identità digitale, che ho rilasciato ai medici per permettere loro di firmare cartelle cliniche e documenti.

Ecco come un asset nato per i processi documentali, fa il “salto di specie” e sconfina nel mondo della logistica e della gestione risorse ed emergenze.

Il tutto avviene in automatico: è in corso un’emergenza cardiologica? Posso inviare un allarme a tutti i cercapersone dei cardiologi che sono in servizio, lo posso fare in automatico.

Non ci deve più essere una “regia umana” a gestire questi eventi!

Non solo; in questo modo, posso anche tracciare i tempi di risposta del personale ad un’emergenza del genere, e rendere questo dato “opponibile”, per dimostrare ad autorità giudiziarie, o eventualmente ai parenti del paziente, in quanto tempo il personale è intervenuto.

Tutto nel rigoroso rispetto della privacy; fornendo a “chi dico io” solo le informazioni che servono, anonimizzando tutto il resto.

La Potenza digitale è “nulla”, senza controllo

Parafrasando la vecchia pubblicità lanciata da una nota azienda di pneumatici, possiamo dire che del “digitale non si butta via niente”, quindi le identità digitali non si usano “solo” per firmare i documenti, e per assecondare l’ennesima regola, legge o balzello.

Perché posso farne un asset determinante anche per migliorare il controllo delle risorse, il controllo di gestione e produrre dati e informazioni ad un livello sempre più profondo, per tutelare l’azienda contro qualsiasi accusa, contenzioso o indagine giudiziaria.

Ma la Potenza digitale è “nulla”, senza controllo; se non hai, accanto a te, un pool di aziende e/o professionisti, capaci di guidarti nello sconfinato universo digitale, ma anche di “blindare” i tuoi processi digitali, grazie a competenze specifiche in ambito di Digital Compliance, rischierai – SEMPRE – di non capitalizzare al massimo gli investimenti in canali digitali che ti appresti a fare, o che hai fatto recentemente.

Quel che è peggio, è che – oltretutto, in assenza di un pool completo, capace di coprire questo ampio spettro di competenze – vai incontro alla possibilità di rendere la tua struttura “aggredibile” su mille fronti, da un punto di vista legale.

Tutto ciò rischia di creare dei precedenti disastrosi, che possono spazzare via il futuro dell’intera azienda, e la fedina penale dei legali rappresentanti.

Non possiamo veramente permettercelo, né ora né mai.

Anche perché il futuro della Sanità Privata passa da casi si successo creati nel “privato”, dove le strategie digitali sono svincolate da logiche di acquisto macchinose, e dove è ancora possibile usare la parola “strategia”.

Se non l’hai ancora fatto, iscriviti ORA all’unico vertice italiano sulla sanità che è riuscito a mettere insieme dei numeri 1 assoluti nel panorama dell’E-Health.

Non so se riusciremo mai a ripetere qualcosa di simile.

Quindi non puoi mancare!

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